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Crescono l’interesse e la consapevolezza in relazione all’inquinamento atmosferico

InsightNews9 gennaio 2023
Pericoli Salute Inquinamento Ambienti Interni

Un’analisi dell’aria che respiriamo quotidianamente

Uno degli ultimi incontri del ciclo a tema medico-scientifico “Il tempo della salute” organizzato dalla testata italiana “Il Corriere della Sera” ha visto il confronto fra alcuni esperti sull’inquinamento atmosferico.

La tavola rotonda, dal titolo “Quale aria respiriamo?”, a cui hanno partecipato Donatella Barus e Alessandro Vitale di Fondazione Umberto Veronesi (una delle principali associazioni italiane per la ricerca sul cancro), Pier Mannuccio Mannucci, professore di Medicina Interna dell’Università di Milano e Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, ha fatto il punto sulla situazione italiana ed europea in merito alla presenza di sostanze inquinanti pericolose nell’aria esterna e interna e agli accorgimenti da adottare per tutelare la salute.

L’analisi si è concentrata sull’area dell’Italia settentrionale e, in particolare, della Pianura Padana che, per via della sua conformazione morfologica con la chiusura delle montagne e la scarsa circolazione dell’aria, risulta fra le aree più inquinate d’Europa, secondo i dati diffusi nel 2021 da The Lancet.

L’inquinamento provoca ogni anno mezzo milione di morti

Dati alla mano, ogni anno in Europa perdono la vita 500.000 persone per cause correlate all’inquinamento dell’aria e l’incontro organizzato dal Corriere ha voluto mettere in luce alcuni accorgimenti da adottare per ridurre questi rischi, fra cui una frequente aerazione degli ambienti indoor, l’evitare temperature e umidità elevate, l’utilizzo di idonei strumenti di aspirazione, l’immediata rimozione all’insorgere di eventuali muffe (portatrici di batteri dannosi per la salute), il prestare attenzione agli stessi prodotti per la pulizia (che per loro costituzione contengono composti organici volatili) e la rimozione delle polveri tramite strumenti adeguati di buona qualità (fonte: Società Italiana di Medicina Ambientale).

L’importanza dell’aria indoor, sia in casa sia al lavoro

Il discorso naturalmente si applica non solo agli ambienti domestici, ma anche a quelli lavorativi, in cui le persone trascorrono gran parte delle proprie giornate.

È importante innanzitutto identificare i tipi di inquinanti presenti nell’atmosfera per prendere gli opportuni provvedimenti, a partire dall’adeguata ventilazione dell’ambiente fino alla filtrazione di polveri grossolane e sottili, fumi e vapori tossici.

Gli strumenti per ripulire l’aria degli stabilimenti produttivi

La soluzione ideale prevede la rilevazione e l’eliminazione delle sostanze inquinanti direttamente nel punto di rilascio, per evitare che si disperdano nell’atmosfera anche in minime percentuali ed entrino in contatto con le vie respiratorie. Strumenti di rimozione localizzata degli inquinanti come bracci, banchi e pareti aspiranti possono fare la differenza fra un ambiente di lavoro salubre e uno tossico, ovviamente in simbiosi con sistemi di ventilazione e di filtrazione calibrati sul tipo di sostanza nociva da rimuovere.

Il concetto di valore limite, fuori e dentro gli stabilimenti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito i livelli massimi di particolato, biossido di azoto e altre sostanze tossiche che possono essere presenti nell’atmosfera senza mettere in pericolo la salute pubblica. Esistono dei parametri anche per gli ambienti interni degli stabilimenti di produzione e, a partire dal 2014, sono stati fissati i valori limite (ad esempio, 1,25 mg/m³ per le polveri fini non cancerogene). Bisogna in ogni caso tener conto anche dell’aria di ricircolo, che potrebbe comunque contenere inquinanti provenienti dall’esterno, pertanto l’impiego di strumenti di filtrazione assume una ancora maggiore importanza.